OBSCURA. Ritratti intorno alla fotografia 2018
Date:
August 14, 2018
Personaggi ritratti:
Maurizio Galimberti
Pepi Merisio
Giorgio Lotti
Gianni Pezzani
Gianni Berengo Gardin
Enrico Bossan
Carlo Orsi
Joe Oppedisano
Lorenzo Merlo
Massimo Minini
Paolo Clerici
Renato Corsini
Maria Vittoria Backhaus
Giacomo Bretzel
Giovanna Calvenzi
Michele Smargiassi
Francesco Cito
Silvia Camporesi
Franco Fontana
Nino Migliori
Claudio Amadei
Bruno Sorlini
Marco Anelli
Mario Trevisan
Paola Mattioli
Maurizio Rebuzzini
Oliano Lucas
Paolo Ventura
Donata Pizzi
Grandi Fotografi Italiani
Ramona, eravamo seduti al bar di fronte al Museo che sta esponendo il tuo ultimo lavoro. Parlavamo dei colori , forse ti raccontavo di quel piccolo libro intrigante sull’argomento che avevo da poco letto. Da questo siamo passati a parlare inevitabilmente del bianco e del nero e,ricordo, sostenevi che il nero è l’insieme di tutti i colori mentre il bianco è il nulla, il vuoto, l’assenza. Cercavo di convincerti del contrario dicendoti che invece è il bianco l’insieme di tutti i colori adducendo prove inconfutabili, ricordandoti che Sir Isaac Newton lo aveva dimostrato già alla fine del Seicento in modo non contestabile con il suo famoso “disco”. Mi ribattevi decisa che il bianco è il nulla, il vuoto mentre il nero del cielo di notte contiene tutti gli astri dell’universo, il nero sipario contiene tutte le rappresentazioni, il nero della camera da letto tutti i nostri sogni e i nostri incubi più profondi….Non ho potuto che arrendermi davanti a cotanta argomentazione e darti ragione……..Dopo pochi giorni mi chiedevi di farmi una foto illustrandomi il lavoro che stavi portando avanti. Onorato ho accettato con gioia, entusiasmo e altrettanta curiosità. Arrivato quel giorno, illustratomi cosa dovevo fare, oscurata la stanza hai aperto l’otturatore. Uno si immagina davanti una specie di “fata smemorina” vestita con la classica veste svolazzante turchese, con tatto di cappello a cono e bacchetta magica…..niente di tutto questo. Ecco invece una specie rara di nero felino, un incrocio tra una pantera e un ghepardo, che, impugnando alla rovescia come se fosse un affilato pugnale quella sua specie di torcia elettrica, salta e zompetta da una parte all’altra tirando fendenti a destra e a manca nel cercare di liberare dal nero che contiene tutto quella immagine che tiene perfettamente in testa. Abbiamo provato più volte perché non vedevi in macchina quello che invece avevi impresso perfettamente nella sua mente. Poi hai ridato luce alla stanza con enorme mio sollievo perché il sollevare tante volte quella pila di libri, ti confesso, mi aveva decisamente stremato. Ho seguito con molto interesse l’evolversi del tuo lavoro con i vari personaggi prescelti vedendo come riuscivi sempre con piccole idee a creare un’immagine sorprendente. Ricordo averti vista arrivare al Museo con quella piccola scatola di cartone bianca bucata nel fondo riproducente la Galleria di M.M. e la bellissima foto ottenuta poi con questa. Immagino un enorme cilindro da prestigiatore, nero ça va sans dire, una bacchetta magica ma che in verità assomiglia tanto ad una strana torcia elettrica, ed ecco che vedo uscire magicamente dei rettangoli neri con dentro delle immagini fantastiche di personaggi del mondo della fotografia..In fin dei conti avendo le idee chiare e della poesia da trasmettere basta veramente poco per fare delle grandissime cose. A te due, uno sfondo nero e una stranissima torcia. Anche a Lucio Fontana bastavano due cose, uno sfondo colorato monocromo e uno strumento tagliente. Mi hai accennato una volta ad un episodio lontano della tua vita per cui ancora oggi vedi le cose come se fossero dietro un vetro, dentro una cornice. Credo che anche per questo tu riesca magistralmente a chiudere l’inquadratura, a vedere la fotografia ancora prima di scattarla, dietro il vetro, con la sua cornice con tanto di attaccaglia e magari anche già appesa ad un muro. Guardando il tuo lavoro mi viene in mente quell’immenso capolavoro di Bill Viola “Ocean with out” che ho visto alla Biennale di Venezia nel 2007 nella bellissima chiesa di San Gallo. Un muro d’acqua e lentamente da dietro spuntavano una alla volta delle figure che lentissimamente attraversavano il muro per apparire per un minuto e poi altrettanto lentissimamente ritornare indietro. Da brividi, da rimanere senza fiato. Immagino di vedere la tua mostra che per la bisogna è stata scarsamente illuminata e di fermarmi davanti ad ogni foto completamente nera e di vedere lentamente apparire il ritratto da te eseguito …… una manciata di secondi per poi vederlo lentamente scomparire dentro quel nero che contiene tutto, come mi hai spiegato, mentre passo alla fotografia successiva……
Mario Trevisan
Ramona, we were sitting at the bar in front of the Museum that is exposing your latest work. We talked about the colors, maybe I told you about that little intriguing book on the subject I had just read. From this we went to talk inevitably of white and black and, remember, you argued that black is the set of all colors while white is nothingness, emptiness, absence. I tried to convince you of the contrary by telling you that white is the set of all the colors with irrefutable evidence, reminding you that Sir Isaac Newton had already demonstrated it at the end of the seventeenth century in a way not contestable with his famous “album”. You rebuffed me decided that white is nothingness, emptiness while the black of the night sky contains all the stars of the universe, the black curtain contains all the representations, the black of the bedroom all our dreams and our deepest nightmares … .I could not but give up on such an argument and give you reason …… ..After a few days you asked me to take a picture illustrating the work you were doing. Honored I accepted with joy, enthusiasm and just as much curiosity. Arrived that day, illustratomi what I had to do, obscured the room you opened the shutter. One imagines in front of a sort of “forgetful fairy” dressed in the classic turquoise dress, with a cone-shaped hat and a magic wand … … of all this. Here is a rare species of black feline, a cross between a panther and a cheetah, which, gripping as if it were a sharp dagger that his kind of flashlight, jumps and zompettes from side to side pulling slashes to the right and lacks in trying to free from the black that contains all that image that holds perfectly in mind. We tried several times because you did not see in the car what you had impressed perfectly in his mind. Then you gave light back to the room with enormous relief, because lifting so many times that stack of books, I confess, had definitely worn out. I followed with a lot of interest the evolution of your work with the various characters chosen, seeing how you always managed with small ideas to create an amazing image. I remember seeing you arrive at the Museum with that little white cardboard box punctured in the background reproducing the M.M. Gallery. and the beautiful photo obtained then with this one. I imagine a huge cylinder of magician, black ça va sans dire, a magic wand but that in truth looks like a strange flashlight, and here I see magically out of the black rectangles with fantastic images of characters from the world of photography. After all, having clear ideas and the poetry to be transmitted, it takes very little to do great things. To you two, a black background and a strange torch. Even Lucio Fontana needed two things, a monochrome colored background and a sharp instrument. You mentioned to me once in a distant episode of your life that you still see today as if they were behind a glass, inside a frame. I think that also for this you masterfully manage to close the frame, to see the photograph before taking it, behind the glass, with its frame with a lot of hanger and maybe even already hanging on a wall. Looking at your work I am reminded of that immense masterpiece of Bill Viola “Ocean with out” that I saw at the Venice Biennale in 2007 in the beautiful church of San Gallo. A wall of water and slowly from behind came one at a time of the figures that lentissimamente crossed the wall to appear for a minute and then just as lentissimamente return back. From creepy, to be breathless. I imagine seeing your show that for the need was poorly lit and to stop in front of every picture completely black and to see slowly appear the portrait you performed …… a handful of seconds and then see it slowly disappear into that black that contains everything , as you explained to me, as I move on to the next photo ……
Mario Trevisan