Skip links
Published on: News

Lomography Interview

Tecniche Fotografiche Alternative: Intervista a Ramona Zordini

Il progetto INSTINCT GUIDELINES dell’artista visiva e fotografa Fine Art Ramona Zordini ha di recente vinto il primo premio della sezione Techinique/Other dell’Analog Sparks International Film Photography Awards, fondato da Reka Koti, ideatrice della comunità Instagram Analog Sparks e Hossein Farmani, direttore della Lucie Foundation di New York e proprietario delle gallerie internazionali House of Lucie in Grecia, Italia, Thailandia e Ungheria.

Siamo rimasti così colpiti dai lavori di Ramona che abbiamo deciso conoscerla meglio attraverso questa intervista.

© Ramona Zordini

Ciao Ramona, benvenuta! Potresti fare una breve presentazione per i lettori del nostro magazine?

Grazie a voi per l’invito! Buongiorno a tutti, io sono Ramona Zordini, vivo a Brescia in Italia e creo opere tridimensionali con la carta che stampo attraverso la tecnica della Cianotipia.

Sei un’artista visiva/fotografa Fine Art. Parlaci un po’ del tuo background fotografico. Qual è la sua storia? Quando ti sei avvicinata al mondo della fotografia?

Lavoro professionalmente da 20 anni con la fotografia, da 12 l’acqua che fa parte del mio corpus lavorativo e da 3 con la Cianotipia. Ma il mio amore per l’arte e la fotografia è nato nella mia infanzia quando, per metabolizzare i traumi di un vissuto difficile e doloroso ho iniziato a capire che poteva essere uno strumento con cui fare amicizia. Successivamente ho sempre seguito corsi di studi creativi fino all’università ed ora eccomi qui.

© Ramona Zordini

E quando invece ti sei avvicinata alle tecniche fotografiche alternative?

Mi sono avvicinata alle tecniche alternative circa 3 anni fa, volevo sfuggire a dei blocchi che continuavo a sperimentare con la fotografia. Così ho iniziato a sperimentare con la Cianotipia E questo mi ha aperto nuove visioni perché a differenza del digitale le antiche tecniche ti pongono di fronte a nuovi quesiti, nuove domande, ma soprattutto ti permettono di creare un ritmo di lavoro che, per la mia esperienza, è fondamentale nei processi creativi.

Cosa pensi abbia influenzato maggiormente l’estetica dei tuoi progetti fotografici? E da dove trai ispirazione?

L’estetica dei miei lavori prende sicuramente ispirazione dal Rinascimento ma quello in realtà è soltanto guardare la superficie perché idealmente il concetto da cui parto è sempre lo stesso, la profondità del pensiero, quel luogo dove senti solo te stesso e nient’altro, quel luogo dove la comunicazione si fa più chiara. Esteticamente parlando traggo ispirazione da artisti diversi da me, roger ballen, Lola dupre, Evelyn Bencicova per citarne alcuni.

© Ramona Zordini

La maggior parte dei tuoi lavori presentano ritratti e scenari surreali, onirici, talvolta pieni di dramma e malinconia. Può dirci il significato dietro i tuoi lavori?

Diciamo che nelle precedenti risposte qualcosa ho già detto riguardo, essenzialmente non c’è malinconia nei miei lavori, c’è quello stato di lucidità che deriva da una mente libera da emozioni esasperate e dal rumore.

Cosa desideri trasmettere attraverso le opere?

È una domanda che mi sono opposta molte volte nel corso degli anni finché non ho capito che non avrei dovuto chiedermelo. Quando mi domando che tipo di emozione vorrei dare agli altri smetto di trasmetterla, quindi il meccanismo è agire senza porsi domande comprendendo poi solo nel corso del lavoro dove la tua mente e la tua mano e il tuo cuore stanno andando, seguire la corrente.

I tuoi ultimi progetti sono stati realizzati con la tecnica della cianotipia e della stratificazione: quali sono le sfide da affrontare quando lavori con queste tecniche?

Sono tantissime, ma più che sfide le chiamerei meraviglie. A volte mi capita di provare lo stesso negativo per 5/6/7 volte senza arrivare a ciò che davvero ho in mente ed è proprio lì che segue la corrente, spesso quando non ne vengo a capo inizio a cambiare i tempi di scatto, inizio a cambiare le modalità, la quantità di emulsione, i viraggi..ed è proprio lì che il lavoro mi stupisce, più sei fluido più c’è meraviglia.

© Ramona Zordini

C’è stato un lavoro in particolare che ha dato più degli altri una spinta alla tua carriera?

Sì c’è stato un prezzo che ho fatto per un collezionista di Roma che voleva un progetto riguardante il suo rapporto con la madre morta da poco. Siamo entrati talmente tanto in sintonia che ne è venuto fuori un lavoro bellissimo, un lavoro che ho pubblicato sulla mia pagina ed è diventato virale, a volte ti scrivo e ci scherziamo su perché sapevamo già dal principio che ne sarebbe uscito qualcosa di veramente particolare.

Il progetto a cui sei più legata?

Un’altra regola che mi sono imposta negli ultimi anni è di non legarmi troppo a ciò che faccio, me ne innamoro ma poi quando ho finito non ci penso più, sono innamorata del processo ma non dell’oggetto finalmente. Questa tecnica e ciò a cui sono più legata perché mi ha fatto capire così tanto.

Quando ci siamo sentite per la prima volta ci ha rivelato che sei una fan delle Lomo: qual è la tua Lomo preferita?

Sì sono una grande fan della Lomo. Una decina d’anni fa sperimentavo tantissimo con la Holga.

C’è qualche altra tecnica sperimentale che vorresti approfondire per realizzare i tuoi prossimi progetti?

Mi piacerebbe tantissimo provare la stampa al collodio e anche la stampa alla clorofilla e la lumen ma in tema di tecniche alternative la mia mente vorrebbe avere tutta la collezione.